Qualche settimana fa, abbiamo parlato del nuovo Decreto CER (o CACER) che definisce i criteri e le modalità per la concessione di incentivi per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo. Nel post di oggi vogliamo entrare più nello specifico, parlando dei beneficiari dei contributi a fondo perduto CER e delle spese che sono ammesse.
Contributi a fondo perduto CER: chi può beneficiarne?
L’intervento riguarda la realizzazione di nuovi impianti o il potenziamento di impianti già esistenti, con un finanziamento della misura di 2,2 miliardi di euro. Ma chi può beneficiare del contributo a fondo perduto? I gruppi di autoconsumatori dei territori dei Comuni sotto i 5.000 abitanti. Chi otterrà il contributo a fondo perduto (fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato), potrà richiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa (valido per tutti i Comuni).
Quali sono i requisiti degli impianti a fonti rinnovabili?
Possono accedere all’incentivo gli impianti a fonti rinnovabili (inclusi i potenziamenti) che rispettano i seguenti requisiti:
- potenza nominale massima (o dell’intervento di potenziamento) non superiore a 1 MW
- avvio lavori per la realizzazione degli impianti successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto
- configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile realizzate nel rispetto delle condizioni previste dall’articolo 31 del decreto legislativo n. 199 del 2021
- CER devono essere regolarmente costituite alla data di presentazione della domanda
- impianti di produzione e punti di prelievo facenti parte delle CACER devono essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla medesima cabina primaria, fermo restando quanto disposto per le isole minori dall’articolo 32, comma 3, lettera e) del decreto legislativo n. 199 del 2021
- possesso dei requisiti prestazionali e di tutela ambientale necessari anche per rispettare il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH) e i requisiti costruttivi declinati nelle regole operative di cui all’articolo 8 del presente decreto)
- aiuti al funzionamento concessi ai sensi del presente decreto non possono superare i 20 milioni di EURO per impresa per progetto.
E quali sono le spese ammissibili?
I contributi a fondo perduto possono essere richiesti per sostenere alcune spese. Vediamo insieme quali sono ammesse:
- realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (es. componenti, inverter, strutture per il montaggio, componentistica elettrica, etc.)
- fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo
- acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software (comprese le spese per la loro installazione e messa in esercizio)
- opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento
- connessione alla rete elettrica nazionale.
Le seguenti spese, inoltre, risultano finanziabili in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso a finanziamento:
- studi di perfettibilità e spese necessarie per attività preliminari (incluse le spese necessarie alla costituzione delle configurazioni)
- progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera
- direzioni lavori, sicurezza
- collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto.
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